Possibile parlare ancora di tortura ai giorni d’oggi?

Nell’antica Grecia le leggi che bisognava rispettare erano di due tipi: leggi di diritto e leggi di natura.

Le prime sono quelle leggi scritte su carta che ogni cittadino deve rispettare, mentre le seconde sono leggi morali, che, pur non essendo scritte, devono essere rispettate: un esempio può essere il diritto di parola.

Donald Trump in un intervista dell’ ABC news, sostiene che il waterboarding, la tortura con cui si mette un uomo a testa in giù in una vasca piena d’acqua, funziona e dice inoltre che non si farebbe scrupoli ad usare questa tortura, per  uccidere i familiari dei miliziani dello Stato Islamico come contromisura per fermare il gruppo terrorista.

Forse bisognerebbe far notare al presidente degli Stati Uniti – Donald Trump – che in questo modo violerebbe non solo le leggi statunitensi , ma anche i diritti del cittadino.

Non si mette in dubbio di certo che questo tipo di tortura non sia efficace anzi – se si vuol far parlare qualcuno funziona pure – ma la realtà è che in questo modo si violano i diritti umani dell’uomo, cosa che a parer mio è sbagliata.

La tortura è solo una crudele scena messa in atto da un sadico il quale la applica solo per piacere. Chi fa cose così orribili non lo fa solo per ottenere qualcosa, ma anche per piacere personale, dato che esistono milioni di modi per ottenere qualcosa, e di certo sono meno brutali di affogare qualcuno dentro una vasca piena di acqua.

Gabriele Torbesi – Liceo Classico Dante Alighieri di Roma

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