Una delle notizie su cui ultimamente ci si sofferma di più è quella sul terremoto nel Centro Italia.
Oltre 48.000 scosse da agosto scorso, tutto distrutto in intere città, Amatrice come Arquata scomparse, un grande senso di impotenza generale e soprattutto tanto sconforto ed una immensa tristezza provata dai cittadini e da tutti gli italiani.
A quanto pare, però, non siamo i soli.
A conoscere questa triste condizione, c’è anche l’intero villaggio di Kingouè sperduto nel Congo, che si è attivato subito per aiutare l’Italia che gli è sempre stata vicina.
Decide infatti a fine 2016 di fare una colletta, raccogliendo piccole offerte dalla popolazione ed arrivando ad accumulare ben 238,43 euro.
Una cifra enorme per le loro possibilità, anche se ben sappiamo non essere una cifra molto alta in Italia, soprattutto in vista di un sostanziale aiuto per i terremotati. Sicuramente non basteranno per ricostruire case, scuole o edifici. Allora perché soffermarsi su un episodio del genere?
Perché ha un valore morale ed etico enorme, importantissimo ed estremamente raro al giorno d’oggi!
Kingouè è un villaggio povero, ai margini della foresta pluviale dove non c’è luce né acqua corrente, non ha molto da offrire, ma nonostante tutto decide di aiutare un Paese ricco, che ha sempre sentito vicino.
Cosa ci insegnano i nostri amici del Congo con questo gesto? Quali valori si individuano in questo episodio? Valori importanti, molto.
La generosità e la solidarietà, che sono e devono essere presenti nella vita di tutti i giorni, nelle semplici azioni quotidiane.
Infatti non è importante compiere chissà quale grandi gesti, è fondamentale che tutto quello che si fa lo si faccia con onestà e cuore, senza cercare un tornaconto personale. Più le cose si fanno con spontaneità più sono belle. Quale tornaconto potevano pensare di trarre gli abitanti del piccolo villaggio sperduto del Congo compiendo questo gesto? Assolutamente nessuno! Anzi, per loro è stato un sacrificio enorme. Ed è proprio questo che rende ancora più speciale ed unico l’episodio. Vi lancio due sfide!
La prima: provate a pensare cosa si potrebbe ricavare da quei 238,43 euro, in che modo si possono spendere questi soldi per agevolare o comunque venire incontro ai terremotati? Un esempio potrebbe essere comprare dei giochi per i bambini, che sono tanti, in modo da occuparli e distrarli, o perché non stampare i libri di Pallard che contengono a loro interno giochi, curiosità e altro?
La seconda sfida che vi lancio è più un consiglio che altro: provate a essere solidali e generosi con le persone che avete accanto, ma non per ricevere qualcosa in cambio da loro, per farli sorridere, per fargli del bene, vedrete come vi sentirete soddisfatti e fieri di voi stessi!
Gaia C. – Liceo Classico Dante Alighieri di Roma